Ventimiglia. Omaggio a un gentiluomo d’oltremare.

La giovinetta, vedendo il ponte del vascello ingombro di morti e di feriti, d’armi, di attrezzi spezzati e di palle di cannone e dovunque macchiato di sangue, fece un gesto di ribrezzo ed arretrò come se volesse tornare nel quadro per sottrarsi a quella vista orribile, ma vedendo il Corsaro nero che le si era fermato a quattro passi di distanza, gli chiese con aria corrucciata, aggrottando le sopracciglia:

“Che cosa è accaduto qui, signore?”.

“Potete comprenderlo, signora – rispose il Corsaro, inchinandosi. – Una battaglia tremenda, finita male per gli spagnoli”.

“E chi siete voi?”.

Il Corsaro gettò via la spada insanguinata che non aveva ancora deposta e levandosi galantemente l’ampio cappello piumato, le disse con cortesia:

“Io sono, signora, un gentiluomo d’oltremare”.

“Ciò non mi spiega chi voi siate” diss’ella, un po’ rabbonita dalla gentilezza del Corsaro.

“Allora aggiungerò che sono il Cavalier Emilio di Roccanera, signore di Valpenta e di Ventimiglia, ma qui porto un nome ben diverso”.

“E quale, cavaliere?”.

“Sono il Corsaro Nero”.

Udendo quel titolo, un fremito di terrore era passato sul bel viso della giovinetta e la tinta rosea della sua pelle era repentinamente scomparsa, diventando invece bianca come l’alabastro.

“Il Corsaro Nero – mormorò guardandolo con due occhi smarriti. – Il  terribile corsaro della Tortue, il nemico formidabile degli spagnoli”.

“Forse v’ingannate, signora. Gli spagnoli posso combatterli ma non ho motivo per odiarli e ne diedi or ora una prova ai superstiti di questo vascello. Non vedete laggiù, dove il mare si confonde con il cielo, quel punto nero che sembra perduto nello spazio? E’ una scialuppa montata da diciannove marinai spagnoli e che io rilasciai liberi, mentre per diritto di guerra, avrei potuto trucidarli o tenerli prigionieri”.

(Da E. Salgari, Il Corsaro Nero).

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Ieri, 22 luglio, appena saputa la notizia che il giorno dopo a Ventimiglia sarebbe stata scoperta una statua dedicata al Corsaro Nero, figura che si vuole essere stata ispirata a Salgari da un personaggio originario del luogo, il nostro presidente ha inviato queste righe al sindaco della città:

Egregio signor Scullino,

plaudo alla lodevole iniziativa di dedicare nella sua città una statua al Corsaro Nero, definito da Salgari un vero gentiluomo d’oltremare. Speriamo che essa possa servire da monito alle future generazioni perché colgano e coltivino sentimenti come l’amicizia, l’amore che dà senza nulla chiedere, la generosità, la lealtà, il rispetto per i deboli e gli indifesi e… il gusto per l’avventura.

Le giunga un saluto dal Friuli dal presidente dell’Associazione Friulana Emilio Salgari, l’unica in Italia dedicata allo scrittore che con i suoi romanzi ha entusiasmato generazioni di lettori.

Distintamente,

Lucio G. Costantini